Tolo Tolo è un film godibile, capace di farti riflettere e di strapparti qualche risata, ma costellato da vari difetti che rendono la pellicola tutt’altro che perfetta. Peccato che non riesca spesso a calibrare la comicità, leggermente più stanca e ripetitiva, con la parte drammatica del film. Voto: 2,75 / 5 ★
Paese di produzione | Italia |
Anno | 2020 |
Durata | 90′ |
Regia | Luca Medici |
Sceneggiatura | Luca Medici e Paolo Virzì |
Luca Medici | Checco Zalone |
Souleymane Sylla | Oumar |
Manda Touré | Idjaba |
Nassor Said Birya | Doudou |
But first…
Prima di iniziare questa recensione un ringraziamento è d’obbligo.
Non si possono che ringraziare i film di/con Luca Medici, in arte Checco Zalone, e tutte le persone che vanno a vedere le sue pellicole, che costantemente fanno respirare, anche per un secondo, un’industria cinematografica in costante crisi con record da capogiro.
In fondo è grazie ai vari film campioni di incassi che questa macchina continua a macinare i chilometri.
L’unica cosa che mi dispiace è che questi casi sporadici si verificano soltanto con le sue pellicole, mentre con altri prodotti italiani estremamente validi, questo si ripete raramente.
Anche l’ultimo bellissimo Pinocchio, che ha incassato a sufficienza, si meriterebbe molto di più, visto che Matteo Garrone è uno dei pochi registi che prova a portare il cinema fantastico in Italia, insieme al riuscitissimo Il Racconto dei Racconti.
Insomma vorrei esortare le persone che vanno a vedere i suoi film, a provare a visionare anche altri prodotti durante l’anno.
Ma torniamo a noi.
Checco Zalone: l’italiano medio o “uno di noi”?
Tolo Tolo è stato il film che ha incassato di più nelle prime ventiquattro ore dopo l’uscita nella storia del cinema italiano.
Infatti la vera genialità di Zalone non sta tanto nella sua leggera comicità, quanto nella capacità di creare dei prodotti apprezzabili da tutti e di elaborare una maschera, un personaggio estremamente stereotipato ed archetipico, che in ogni sua piccola caratteristica rappresenta la maggior parte delle persone che popolano questo paese.
Ma la magia che si crea con i suoi film è il consenso quasi universale delle persone, e ciò avviene da ambedue i lati.
Da quelli che vedono in Checco – con un filo di fierezza – “uno di loro” e gli altri che trovano nella sua maschera il tipico italiano medio superficiale, ignorante e xenofobo da deridere.
In più affronta e ha affrontato tutti i vari temi su cui gli italiani si scontrano quotidianamente.
Tutto ciò ha portato alla creazione dei quattro film, diretti da Gennaro Nunziante(Cado dalle Nubi, Che Bella Giornata, Sole a Catinelle, Quo Vado), che ho trovato leggeri e graziosi.
Ma un valore da attribuire in più a Tolo Tolo è stata l’audace scelta di trattare degli argomenti estremamente attuali, sentiti e spigolosi quali l’immigrazione, gli aspri conflitti in vari stati dell’Africa e la dilagante xenofobia presente oggi in Italia, come già ha fatto l’anno scorso Albanese con il suo Contromano.
Checco non cambia
Il risultato è un film godibile, capace di farti riflettere e di strapparti qualche risata, ma costellato da vari difetti che rendono il film tutt’altro che perfetto.
Per quanto mi riguarda, al contrario di molte altre opinioni e recensioni di critici e non, Checco non cambia, sono il contesto ed alcuni eventi ed argomenti attorno alla pellicola a farlo.
Infatti l’intento di Luca Medici è stato quello di proporre un argomento che ancora non aveva affrontato, inserendo il tipico personaggio peculiare dei suoi film all’interno di una parte di mondo completamente differente dall’Italia. Questo lo porterà ad affrontare situazioni più pericolose di una ex moglie infuriata.
Dopo un inizio convincente la pellicola si perde un po’, non riuscendo a calibrare in modo convincente la comicità con la parte drammatica del film.
Mi sarebbe piaciuto vedere una maggiore partecipazione di Paolo Virzì, relegato soltanto al soggetto, visto che la pellicola poteva essere perfetta per il regista livornese.
Comicità e dramma mal equilibrati
Se è vero che Tolo Tolo affronta vari temi come il giornalismo del dolore, i terrificanti campi di detenzione libici, le stragi da parte dei militanti nei villaggi del Kenya e le missioni italiane di “pace” all’estero, è anche vero che li tratta in maniera estremamente velata e superficiale.
Starete pensando:
“Ma infondo è una commedia!”
Sì, ma la commedia all’italiana si è sempre contraddistinta per il suo essere estremamente agrodolce. Penso a Monicelli o a Germi.
In Tolo Tolo sento poco agro e molto dolce.
La pellicola si lancia nell’analisi di temi attuali e profondi, che però stridono con l’opera di livellamento necessaria per rendere il film accessibile a diversi target di pubblico.
Nonostante ciò varie sequenze mi hanno colpito positivamente. Tra tutte una delle scene iniziali dove vengono messe a confronto le difficoltà e i drammi per un keniota e per un italiano.
I primi che scappano dalle bombe e i secondi dall’Inps.
Ma anche come l’Europa si divide gli immigrati al chilo, considerandoli solo dei pezzi di carne e niente di più.
Checco Zalone: la maschera
Insomma Zalone approfondisce poco, ma prende di mira tutto e tutti, senza alcuna distinzione, compreso il protagonista del film. La maschera tipica delle sue pellicole, il minestrone di tutti i luoghi comuni dell’italiano medio volgare, ignorante, superficiale, egoista e leggermente xenofobo.
Un italiano che dimentica molto facilmente l’arte, la storia, la sua famiglia e che – purtroppo – non impara dai suoi errori.
Di fatti non troveremo mai in Zalone un’evoluzione, una comprensione ed una presa di coscienza del suo io e del viaggio che ha intrapreso.
Purtroppo, come spettatore, non posso che rimanere leggermente contraddetto visto che Tolo Tolo è un Road Movie ed una delle tappe fondamentali del genere On the Road è proprio il viaggio alla ricerca di noi stessi.
Checco rimarrà la stessa persona, l’essere disgustoso che abbiamo conosciuto ad inizio film, che semplicemente si è affezionato alle persone e agli individui che ha avuto vicino durante il viaggio.
Interrogandomi sul messaggio che vuole veicolare Zalone mi domando: forse le persone, ma soprattutto gli italiani, non possono cambiare?
Sinceramente non lo so, ma trovarmi costantemente davanti ad una maschera simile, anche in situazioni estremamente tragiche, è stato leggermente pesante e ripetitivo, come le stesse battute, in molti casi stanche e ripetute all’inverosimile.
Anche i vari eventi durante il film non si concatenano con fluidità come dovrebbero, ma risultano essere dei molteplici sketch uniti l’un l’altro.
Per concludere
In definitiva Tolo Tolo è un film coraggioso nell’affrontare molti temi delicati e capace di stuzzicare gli italiani, di destra e sinistra, e l’Europa con gag satiriche più o meno riuscite.
Il solito film di Zalone, con la sua tipica comicità, ma con un argomento differente.
In definitiva una pellicola gradevole, ma con molte criticità.
E tu che mi dici al riguardo?
Ti ha convinto Tolo Tolo di Luca Medici?
Fammelo sapere in un commento.