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The End of the F***ing World 2

The End of the F***ing World 2 non va a rovinare quello costruito in passato. La stagione è gradevole ma forse… non se ne sentiva il bisogno! Voto: 3 / 5 ★

PaeseRegno Unito
Anno 2017(Stagione 1) 2019(Stagione 2)
Durata 19/25 min a episodio
Episodi16
GenereTeen drama, Dark comedy
CreatoreJonathan Entwistle
SceneggiatoreCharlie Covell

Cast

Alex LawtherJames
Jessica BardenAlyssa
Naomi AckieBonnie

Facciamo mente locale

Torna su Netflix la breve serie tv inglese, che due anni fa ci aveva folgorato, mostrandosi come l’ottimo prodotto audiovisivo che è. 

Un teen drama irriverente ed intriso di dark comedy che si discosta dai tipici e banali prodotti americani sul tema. 

Una serie che riusciva a scavare nel profondo di due ragazzi particolari: James, un semi apatico aspirante serial killer, e Alyssa, una ragazza ribelle sfacciata e piena di rabbia.

Durante la prima stagione partecipavamo alla fuga rocambolesca dei due dalle loro vite. Iniziava così un viaggio tragicomico alla scoperta di loro stessi.

La loro destinazione?

La consapevolezza di cosa sono e cosa no.



James infatti non era un apatico serial killer. Ha scoperto che poteva provare dei sentimenti e addirittura amare senza fare del male a qualcuno. Alyssa invece si è resa conto che il suo essere forte e scostante era solo una facciata per nascondere il suo lato fatto di paura, di ferite profonde ed insicurezze.

Ma soprattutto entrambi si erano accorti che in fin dei conti, pur essendo completamente diversi, avevano bisogno l’uno dell’altro. Gli unici in grado di comprendersi.

Questo fino allo sconvolgente finale che chiudeva con coraggio la stagione e la graphic novel da cui è tratta la serie, realizzando così un pregevole originale Netflix autoconclusivo.

Show must go on!

Purtroppo si sa come funziona il mondo e, visto il grande successo di The End of the F***ing World, è stato deciso di realizzarne un seguito. Dopo averlo visto posso dire che mi è mancato il finale e l’intera prima stagione.

Non che il continuum della serie creata da Jonathan Entwistle e Charlie Covell vada a stravolgere l’intera opera. Al contrario. Vi è un maggiore approfondimento dei protagonisti, soprattutto di Alyssa e l’aggiunta di personaggi ben caratterizzati come Bonnie.



Però non vi è quella scintilla dissacrante e dirompente che faceva della prima stagione un vero e proprio gioiellino. La sensazione che ti trasmettere questa stagione è quella di assistere ad un lungo pilot di una serie, o ancora meglio, un epilogo di The End of the F***ing World allungato per tutte le puntate.

Infatti la serie cerca di concludere gli aspetti che erano rimasti aperti a causa del forte finale della prima stagione, provando oltre ciò a inserire in modo leggermente forzato la storyline di Bonnie, dall’ottimo potenziale ma mal sfruttata all’interno dei nuovi episodi.

Insomma non vi è più il viaggio, la componente on the road che dava quella sferzata briosa a The End of the Fucking World.

James ed Alyssa: il loro cambiamento

Il tutto è più circoscritto, più bloccato, proprio come Alyssa.

Infatti la ragazza subirà un brusco cambiamento all’inizio della stagione e si stenterà a riconoscerla.

Ci troveremo davanti ad un guscio vuoto, ad una ragazza spenta, rassegnata, omologata dentro una vita terribilmente “normale”. Diventa tutto ciò che insultava e criticava nella prima stagione. Questo a causa di quello che è successo con il finale della prima stagione.



Anche James è cambiato rispetto alla stagione precedente e sta vivendo un forte momento di solitudine. Infatti ha da poco scoperto che la perdita di qualcuno a lui caro lo può logorare immensamente, cercando un po’ di conforto nell’avere una sorta di missione da compiere.

Quindi – essendo psicologicamente annientato – non può far altro che tornare dalla persona a cui più tiene in questo strano mondo: Alyssa. 

Il problema Bonnie

Infine troviamo Bonnie, un nuovo personaggio ben sviluppato, caratterizzato da un’ottima origin story.

Una ragazza problematica, distrutta psicologicamente da una madre sadica e vendicativa. Questo ha dato vita ad una persona che non è mai stata amata da nessuno.

A causa di tutto questo non può sapere cos’è davvero l’affetto o l’amore. Non a caso viene illusa da una relazione tossica a cui si aggrappava ciecamente come unica ancora di salvezza.

E sarà quando questa relazione verrà interrotta a causa di James e Alyssa che Bonnie partirà per la sua insensata crociata per vendicarsi delle persone che le hanno portato via tutto, o in questo caso nulla.

Quello che funziona a tratti è la forzata voglia di vendetta verso i ragazzi. Di certo è ben motivata, ma messa su solo per costruire le basi di questa stagione. Insomma si avverte che la sua storyline non era affatto programmata.

In più ho trovato infelice la scelta di mostrarci il suo passato sin dalla la prima puntata, ed il motivo per cui vuole uccidere i due protagonisti. Sinceramente avrei preferito saperlo verso la fine della stagione.

Un minimo di mistero e suspance avrebbe fatto del bene. 

Una buona, futile appendice

Nonostante ciò la serie continua ad essere costantemente graziosa, accattivante, e con un reparto tecnico, regia, fotografia e montaggio che convince.

In più la stagione riesce ad approfondire la costante evoluzione di James ed Alyssa, tra drastici cambiamenti, accettazione e l’incerto futuro, fino ad arrivare ad un finale (questa volta effettivo) che avvolge i due protagonisti nella pace, interiore ed esteriore, che da tanto cercavano. 



In definitiva la seconda stagione di The End of the F***ing World non va a rovinare quello costruito in passato.

Jonathan Entwistle e Charlie Covell realizzano un lungo epilogo, approfondendo i due protagonisti e regalandogli un finale.

Di certo però non se ne sentiva il bisogno.

Tu ha visto questa serie? Mi piacerebbe proprio sapere in un commento qui sotto cosa ne pensi.

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